La Libertà è essere ciò che si è



Per vivere appieno la Vita

in armonia con Se stessi

e la propria Famiglia


giovedì 28 luglio 2011

Seminario

Seminario Esperienziale dal titolo

IL MEGLIO DELLA MIA FAMIGLIA D'ORIGINE
PER VIVERE LA MIA VITA

Domenica 7 agosto, dalle 9,30 alle 19,00

presso A.S.D. Studio di Naturopatia e Chinesiologia, via del Castello 12, TERAMO


Il seminario è aperto a tutti

Durante la giornata, chi ne avrà desiderio, potrà "mettere in scena" il proprio disagio fisico o emotivo. Si potrà lavorare sui temi che interessano tutti. La Famiglia d'Origine, la Famiglia Attuale, il rapporto con i figli, il rapporto con il partner, il sintomo.
Temi importanti come il Lavoro, il Denaro, il Successo.

Info Marisa 335 698 07 39
       Giovanni 328 204 44 44

lunedì 25 luglio 2011

Caso

I NEGOZI

Sintomo
Non riesce a decollare con il nuovo negozio

Famiglia attuale
Annamaria ha 42 anni, sposata con un figlia di 25 anni. Nessun aborto.

Rappresentazione
Annamaria sceglie una rappresentante per se e una donna per il nuovo negozio di parrucchiera. Subito la donna dice di avere freddo e la rappresentante di Annamaria la guarda e dice di non sapere cosa fare. La cliente mi dice che prima di questo negozio nuovo, lavorava presso un’altra parrucchierìa come dipendente, ma è dovuta andare via per problemi con la titolare. Questo le ha provocato rancore verso la parrucchierìa e nostalgia verso il vecchio negozio. Annamaria sceglie una donna per il vecchio negozio. Tra il vecchio negozio e la rappresentante di Annamaria c’è subito simpatia. Il nuovo negozio ha sempre più freddo. Faccio scegliere ad Annamaria un rappresentante per i clienti. Sceglie una donna, che subito si mette a guardare il vecchio negozio. Il nuovo negozio ha sempre più freddo. La rappresentante di Annamaria e il vecchio negozio si guardano con amore e i clienti non guardano più nessuno. La cliente mi chiede di voler dare spazio al nuovo negozio, ma il vecchio è sempre nei suoi pensieri. Proseguo la rappresentazione facendo in modo che la rappresentante onori il vecchio negozio nonostante sia dovuta andare via. Cosi facendo ci potrà essere spazio per il nuovo negozio, in maniera tale che i clienti potranno arrivare.

Considerazioni
Per la cliente era il terzo seminario. Nei precedenti aveva partecipato solo come rappresentante, senza mai mettere in scena. Ho volutamente evitato di dare significati precisi a tutta la rappresentazione, facendole solamente vedere che se continua a pensare al vecchio negozio, sia con nostalgia, ma anche con astio per come andata a finire con la titolare, non potrà mai dare spazio, come vuole, al nuovo negozio. Ho insistito sul concetto che solo lasciando, rispettando e onorando il vecchio, ci può essere spazio per il nuovo. Si è calmata nel momento in cui ha visto che i clienti mostravano interesse per il nuovo, dopo le frasi verso il vecchio. “grazie per il tempo che siamo stati insieme e nonostante sono andata via per dei dissapori, conservo di te un bel ricordo”. Vecchio negozio “anche io ti ringrazio per il tempo trascorso insieme. Vai pure verso il tuo nuovo negozio. Io sto bene”. Solo a questo punto la rappresentante si è potuta avvicinare al nuovo negozio che iniziava a mostrare cenni di ripresa. I clienti si sono girati e hanno iniziato a mostrare un po’ di interesse.
Tempo dopo Annamaria mi ha mandato un sms dicendomi che la mattina, andando al negozio in macchina, non passava più davanti al vecchio semplicemente per vederlo. E’ un inizio.

lunedì 18 luglio 2011

Storiella

Questa storiella è stata raccontata da Bert Hellinger in uno dei suoi primi seminari. E' una storiella molto piccola e molto semplice. Arriva diretta al Cuore di tutti e ci fa capire quanto la Vita sia semplice e bella.
Buona lettura.

I due tipi di Felicità

Questa è la leggenda greca del Grande e del Piccolo Orfeo.

Il Grande Orfeo era un famosissimo cantastorie.
Era famoso in tutto il mondo.
Cantava nelle corti più famose e ricche e aveva tutto quello che si poteva desiderare.
La donna migliore. La casa più grande. Tutte le cose che un uomo poteva desiderare per sè.
La sua felicità era talmente tanta che gli Dèi sono diventati gelosi.
Così fecero morire la sua donna. Distrussero la sua casa e tutto quello che possedeva.
La sua donna morì e andò nell'oltretomba.
Il Grande Orfeo fu così disperato che non parlò più con nessuno.
Lo uccisero e lo fecero a pezzi.
Così grande la sua felicità, così grande la sua disgrazia.
Il Piccolo Orfeo era un modesto cantastorie di strada.
Cantava nelle locande ed era conosciuto solo nella sua regione.
Aveva una donna semplice e figli semplici.
Una casa modesta.
Fu felice e soddisfatto per tutta la sua Vita di quello che aveva e morì in tarda età.

La morale di questa storia è che quando si aspira ad avere troppo,
si rischia di perdere tutto senza che ce ne accorgiamo.

Meglio rimanere umili ed elevare al massimo il poco che abbiamo.

lunedì 11 luglio 2011

Il Lotus Birth

Provate ad immaginarvi come possa vivere un bambino la propria nascita. Te ne stai tranquillo per molti mesi immerso in un liquido caldo, dove gli unici giochi sono un cordone, un organo a forma di disco, cioè la placenta e il tuo corpo che cresce. Un luogo dove il tempo è scandito da un battito più o meno regolare, rassicurante, dove i suoni arrivano attutiti e ce n’è uno in particolare che ci piace, la voce della mamma. Come deve essere accogliente! Poi tutto ad un tratto arrivano delle spinte improvvise e violente che accelerano di ora in ora. Ci spingono la testa dentro un canale stretto, che è faticoso da attraversare con tutto il corpo ed ecco tanta luce, tanti rumori, tanto freddo. Il liquido caldo non c’è più, ci sono mani sconosciute che ci sorreggono e, come se non bastasse, arriva un dolore fortissimo alla pancia e ci manca il respiro. Panico! Una gran voglia di piangere e uno sforzo immenso è necessario per immettere aria per la prima volta nei polmoni ancora incompleti. Se poi siamo fortunati ritroviamo il contatto con la mamma, altrimenti rischiamo di sentirci abbandonati in una stanza con altri neonati urlanti.

Io sono al settimo mese di gravidanza e, insieme a mio marito, chiaramente mi auguro ben altro per nostra figlia. Certo la nascita è sempre un’esperienza violenta, fa parte della natura, ma abbiamo scoperto la possibilità di evitare almeno la sofferenza inutile nella nascita con la placenta.

Cosa significa nascere con la placenta? E perché limiterebbe la sofferenza?
La placenta è un organo del bambino che consente gli scambi con la mamma. Quando nasciamo non serve più e lentamente inizia a morire. Ma quello che non si sa è che è ancora molto utile nelle ore e nei giorni successivi alla nascita fino al distacco naturale del cordone. Innanzi tutto il piccolo può iniziare ad usare i suoi polmoni gradualmente, senza sforzo, perché l’ossigeno continuerà ad arrivargli dal cordone, almeno per qualche minuto ancora dopo il parto. Non soffrirà per il taglio che pare sia doloroso come spezzare un dito. Nei giorni successivi, dai due ai dieci, potrà rimanere vicino a questa parte di sé che sente come la sua radice e lentamente le rilascia tutto ciò che gli serve, a livello fisico e a livello energetico, fino a che non sarà completo e fino a che non sarà pronto a separarsi da lei.
Spesso è proprio il bimbo a decidere il momento.

I benefici fisici sono enormi e vanno dal rafforzare il sistema immunitario, all’evitare la tanto frequente anemia neonatale, non ci sarà nessun calo ponderale considerato “fisiologico”, ecc.
I bambini Lotus sono molto più equilibrati. Piangono poco anche se separati dalla mamma e crescendo hanno la saggezza di capire quando è il momento di chiudere un ciclo e separarsi da qualcosa. Hanno visto morire la loro placenta, non ne sono stati strappati con dolore.
Un altro beneficio notevole pare sia la minore frequenza di asma e attacchi di panico. Questo perché non c’è nessun senso di soffocamento alla nascita, perché il bimbo ha tutto il tempo per abituare i suoi polmoni all’aria.

Molto importanti sono anche le informazioni sistemiche che arrivano al bambino tramite il cordone. La storia delle due famiglie dei suoi genitori. Tutto questo deve fluire con calma. Il bambino saprà quando ha assimilato tutto questo.

Beh, che altro dire, nascere così è sicuramente un dono d’amore che ha iniziato a diffondersi nel mondo da più di 30 anni. In Italia si sta diffondendo molto più velocemente del previsto.

Basta avere pazienza e girare un po’. Ne vale veramente la pena!

Giovanni Troiano
Manuela Lanari

lunedì 4 luglio 2011

La poesia tedesca quì sotto scritta, viene raccontata da Ilse Kutschera, ogni tanto, nei suoi seminari. Credo che sia illuminante per far capire certe cose alle persone. Lei stessa nel raccontarla, ha un atteggiamento molto deciso e molto accogliente. E' una poesia che mette difronte alla persona che c'è sempre la possibilità di cambiare. Che bisogna darsi la possibilità di cambiare. Passare dal negativo al positivo e rimanerci. Ilse Kutschera insiste molto su questo e questa poesia ne è un esempio.


Il Buco

Cammini per una strada.
C'è un buco e ci cadi dentro.
Credi di essere perso.
Non sai come venirne fuori.
Con gran fatica e piano piano, ne esci.

Cammini per un'altra strada.
C'è un buco e ci cadi dentro.
Dici "non è possibile! Sono di nuovo caduto in un buco!".
Con un po' meno fatica e piano piano, ne esci.

Cammini per un'altra strada.
C'è un buco e ci cadi dentro.
Dici "ma è assurdo! Sono di nuovo nello stesso posto!".
Stavolta ne esci velocemente.

Cammini per un'altra strada.
Un altro buco.
Ci giri intorno.

La morale è che devi camminare per una nuova strada.
La Tua.