La Libertà è essere ciò che si è



Per vivere appieno la Vita

in armonia con Se stessi

e la propria Famiglia


lunedì 28 novembre 2011

Argomento

La Coppia

Di solito ci innamoriamo proprio quei partner nella cui storia familiare c’è un potenziale per un proprio aspetto di soluzione. Per questo le amiamo e le respingiamo. Spesso le respingiamo proprio in quegli aspetti dove riconosciamo inconsciamente si tratta della propria crescita personale. La nostra soluzione ci fa sempre un po’ paura.
Molti problemi nelle relazioni di coppia si hanno perché si guarda al partner. Se ciascuno guarda  a se stesso e alle cose che gli appartengono allora di solito le cose vanno meglio. Non bisogna abbandonare la relazione, ma cambiare la focalizzazione. Ognuno deve guardare con rispetto l’altro. La relazione di coppia è la vita quotidiana. La comunicazione, vivere i problemi quotidiani. Si ha sempre la tendenza a elaborare i problemi all’interno della coppia. Ma la gran parte di questi problemi vengono da dietro. Nella coppia l’uomo ha il suo carico e la donna il suo. Se non avessero lo stesso carico non si sarebbero mai incontrati. La percezione che uno porta di più dell’altro va contro la relazione. Se ciascuno prende la propria parte di responsabilità, allora la cosa è in equilibrio
La buona riuscita di una vita di coppia, si ha quando si da il primo posto al partner. Anche dargli il terzo o quarto posto va bene, ma non ha la stessa intensità. E’ importante gioire dei successi del proprio partner.
Spesso ci sono coppie che si separano avendo la percezione di aver dato tutto e di non aver ricevuto nulla. Avendo questo atteggiamento, non si possono separare. Continuano senza separarsi concretamente. In tutto questo chi paga il prezzo più alto sono i figli, se ci sono.

Se vuoi entrare in una relazione con una donna, non dimenticare tuo padre.
Se vuoi entrare in una relazione con un uomo, non dimenticare tua madre.

                                                                         Stephan Hausner

lunedì 21 novembre 2011

Caso

Il Padre e il Figlio


Sintomo
Paura di stare lontana dal figlio, per questo è onnipresente nei suoi confronti.

Famiglia attuale
Serena ha 38 anni. Convive con un uomo da cui ha avuto un figlio che ora ha tre anni.

Desiderio del cuore
Essere meno ossessiva nei confronti del figlio. Riuscire a stare più tranquilla e non preoccuparsi per ogni piccola cosa.

Rappresentazione
Per Serena è il primo seminario. Mi parla in maniera molto concitata di questo suo essere super protettiva e super presente nei confronti del figlio di tre anni. Questo le accade quando è da sola e lontana dal figlio. Alla presenza del padre è meno ossessiva. Le chiedo quale sarebbe un buon risultato dopo la Costellazione e mi dice che per lei sarebbe stupendo rilassarsi sia quando è vicina al figlio, sia quando è lontana dal figlio. Rilassarsi e non preoccuparsi che gli succeda qualcosa. Le chiedo del padre e mi dice che è morto per un tumore al cervello a 45 anni quando lei ne aveva 17. Nel dire questo si commuove. Le faccio dare una definizione precisa di questo sintomo. Mi dice “apprensione ossessiva nello stare senza mio figlio”. Le faccio scegliere una persona per lei e una per questo sintomo. Sceglie un uomo. I due si mettono di fronte e si guardano. Le chiedo di scegliere un rappresentante per il figlio. Messo in scena va subito a posizionarsi vicino al sintomo. La rappresentante di Serena si agita sempre di più. Si avvicina al sintomo e al figlio. Lei li abbraccia. Il figlio mostra chiari segni di insofferenza. Chiedo a Serena di prendere un rappresentante per il padre. Spontaneamente si alza un uomo e chiede di entrare in scena. Trova una posizione mettendosi di fronte ai tre. Il figlio si stacca quasi subito. Si allontana e mostra sollievo nel fare questo. Il sintomo e Serena si abbracciano nel guardare il padre. La rappresentante di Serena inizia a essere insofferente e fremente. Faccio sdraiare a terra il padre. Lentamente Serena si avvicina al padre. Arriva fino a lui, si inginocchia, le poggia la testa sul petto e inizia a piangere in maniera disperata. Il padre le poggia la mano sinistra sulla testa. Il sintomo sta in piedi vicino a Serena e al padre. Serena inizia a urlare quanto le manca il padre e quanto vorrebbe che lui fosse li con lei. Il padre la rassicura dicendole che sta bene e che non si deve preoccupare. Guardo il sintomo che inizia a guardarsi intorno. Gli chiedo cosa vuole fare e mi risponde che si sta guardando intorno per vedere dove può andare. Gli dico che può fare quello che vuole e che può trovarsi un posto dove meglio crede. Chiedo al figlio di Serena come si sente e mi dice che sta bene, che vede la madre col nonno e che vuole solo giocare. Più Serena si calma e parla col padre e più il sintomo si allontana riuscendo a trovare il suo posto. Il sintomo arriva a mettersi a un lato del cerchio rimanendo tranquillo. Serena rimane seduta accanto al padre e guarda amorevolmente il figlio. Faccio dire alla rappresentante di Serena, “caro figlio, ho ritrovato mio padre. Non ti scambierò più per lui. Lui è mio padre e tu sei mio figlio. Ognuno ha il padre giusto. Io ho il mio e tu hai il tuo.” Il figlio di Serena mostra chiari segni di sollievo, ripetendo che vuole solo giocare. La rappresentante di Serena è sollevata. Dice che vuole rimanere ancora un po’ col padre e che ora riesce a vedere bene entrambi.

Considerazioni
E’ chiaro che Serena ha confuso il figlio con il padre. La sua forte apprensione verso il figlio, sia vicino che lontana da lui, le riportava alla luce la perdita prematura del padre. L’attaccamento morboso al figlio è l’attaccamento che lei sentiva ancora inconsciamente verso il padre. Mettere in scena e riuscire a far emergere la nostalgia di Serena verso il padre, ha riequilibrato tutto, facendo distinguere a lei i ruoli del padre e del figlio. Il desiderio di Serena era quello di non essere più ossessiva verso il figlio e nei giorni successivi questo sintomo è migliorato molto. Ho detto a Serena, che quando questa apprensione ritorna, di dire la frase dentro di se “ognuno ha il papà giusto io ho il mio e tu figlio mio hai il tuo”.


mercoledì 2 novembre 2011

Seminario

Seminario esperienziale dal titolo

IO E IL MIO LAVORO
Problemi e Soluzioni

domenica 27 novembre dalle 9,30 alle 19,00

presso A.S.D. Studio di Naturopatia e Chinesiologia, via del Castello 12, TERAMO

Il seminario è aperto a tutti

Oggi molti liberi professionisti, titolari di Aziende, Presidenti di Associazioni no profit, titolari di negozi, si stanno avvicinando alle Costellazioni Aziendali o Professionali per vedere delle dinamiche negative all'interno della propria attività. Questo tipo di lavoro può servire per aumentare gli affari o semplicemente per migliore le proprie condizioni nel posto di lavoro. Ci sono degli eventi che possono disturbare il normale corso di un'azienda. Licenziamenti ingiusti, spostamenti di competenze, allontanamento in maniera traumatica di un socio, rapporti interpersonali tra dipendenti o tra titolare e dipendenti, passaggio generazionale.
Tutto questo può essere affrontato e visto con le Costellazioni Aziendali o Professionali.
Ovviamente se delle persone vorranno "mettere in scena" altro e non la loro situazione lavorativa, ne avranno la possibilità.

Info Marisa 335 698 07 39