Quando prendiamo distanza da
qualcosa, è come proteggerci. In qualsiasi modo. Il primo modo per prendere
distanza, è dare un nome. Cioè trovare delle parole. In questo modo è come se
creassimo una distanza dall’esperienza. Se per esempio dico che una cosa è
terribile, a quel punto creo una distanza. Se dico che un fiore è meraviglioso,
anche in questo caso creo una distanza. Sotto certi aspetti ci proteggiamo
anche dalla bellezza, perché anche la bellezza può essere troppo. Quando diamo
un nome, creiamo una distanza. Se si fa l’esperienza di qualcosa di bello che
c’è in natura, diciamo “che bello”. La vera nuova esperienza è provare a
entrare nel momento precedente la formulazione della frase e permettersi di
sentire senza parole.
La ragione crea distanza. Il
raziocinio crea distanza. Sia per il bello che per il brutto.
La ragione serve, ma delle volte
per vedere meglio le cose, è meglio metterla da parte.
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